Torte salate

Il tempo della torta di riso Venere

Ad ogni cosa il suo tempo.
Così mi placava la mamma quando adolescente ambivo alla vera vita.
La vita, quella viva, che affascinava, lasciava a bocca aperta era sempre nella mia testa altrove. Lontano da casa, dalle abitudini e dalla famigerata routine.
Allora un riso della mamma al pomodoro, inondato di formaggio Latteria vecchio, sì era gradito, ma non era il massimo della vita.

Quando l’università mi portò nella cittadina più vicina, la vita quella vera era ancora altrove. Ma lei imperterrita.
Ad ogni cosa il suo tempo.
Sempre lei, sempre la mamma, che voleva far fare al tempo il suo calmo corso, mentre io ero alla ricerca delle rapide.
Ed io mi buttavo, lo ammetto, sul riso precotto. Poco tempo e poco sapore. Ma io avevo fame di vita, non di chicchi.

Giunsero i mesi intensi e frenetici tra le grandi città del Nord. Non mi lasciavano il tempo di ascoltare.
Ma lo so, lei lo diceva.
Ad ogni cosa il suo tempo.
Il tempo era poco, pasti rapidi, efficienti, c’erano ambizioni da sfogare.
Così rimaneva solo del riso bianco, imperfetto, pezzettini di burro, qualsiasi, e formaggio senza nome.

Giunse Roma.
Mi chiamò, bastò guardarla in faccia la prima volta, dal Gianicolo. Il tempo sembrava arrivato.
Ad ogni cosa il suo tempo.

Lo sussurava, la sentivo in lontanza la mamma.
L’arte del risotto mi chiamava con toni più decisi. Mentre mi adeguavo ai ritmi capitoloni, il tempo apriva nuove dimensioni e nel piatto finivano risotto sempre più gradevoli.

Ed arrivò il pacco del Vercelli Rice Experience.
Mi trovavo in camera intenta istericamente a fare la valigie per l’anniversario, il primo, di matrimonio a Paris.
No, mamma adesso non puoi dirmelo.
Ad ogni cosa il suo tempo.
No, no proprio non c’è tempo.

Eppure mi son seduta un attimo. Nella testa la mappa di Paris, in mano il gradito pacco. Quei piccoli chicchi mi hanno colto di sorpresa. Ancor più ritrovarmi di fronte all’amato riso Venere.

Respiro profondamente. Placo l’ansia.
Sì, io ho poche ore per far tutto, ma non credo che a Vercelli la situazione sia più tranquilla. Aprile è il mese in cui le risaie vengono allagate, tanto che la terra tocca il cielo. Nel mezzo gli aironi: aironi cenerini, garzette, nitticore si lasciano scorgere.

Chiamo a me la fantasia. Scarto i risotti, accantono le insalate di riso, spalanco il frigorifero.
Ecco cosa posso fare.
Pizzichi di Friuli con la Pitina, colori romani con le fave, la primavera sotto forma di porro e carote.
Mi scivola in mano un uovo…ed eccola la ricetta.

Ad ogni cosa il suo tempo.
Anche così. Non c’è mai fretta in cucina  quando gli ingredienti sono pochi ma buoni.
La ricerca del gusto è frutto una costanza che solo il tempo ne sa far tesoro. E quel tesora va spalancata anche nei momenti di bisogno come questo.
Questa è mia torta di riso Venere. Può essere scambiata con una frittata robusta. Nessun problema lei non se la prende 🙂

Torta di riso Venere con pitina e fave

120 gr riso Venere Nero Gli Aironi
40 gr porro
10 gr sedano
20 gr (o una manciata) di fave sgusciate
80 gr (o 2) carote
3 fette di Pitina (o di un salame tipico regionale, meglio se leggermente affumicato)
6 uova
20 gr ricotta salata grattugiata
sale
pepe nero macinato sul momento
la punta di un cucchiaino di harissa

Munirsi di uno stampo da ciambellone, meglio se in silicone.

Mettere in abbondante acqua fredda il riso Venere.
Accendere il fornello e cuocere per 30-35 minuti circa.
Scolare il riso dall’acqua di cottura e raffreddarlo lasciandolo alcuni istanti nell’acqua fredda.
Ancora scolare il riso e lasciarlo sgocciolare ben bene.

Intanto che si cuoce o sgocciola il riso si può cominciare col tagliare a rondelle il porro e a dadini il gambo di sedano.
Togliere dal bacello le fave e sgusciarle.
Spellare le carote e tagliarle a rondelle.
Nonchè tagliare a dadini le fette di pitina.
Mescolare assieme tutti questi ingredienti: porro, sedano, fave, carote e pitina.

Una volta scolato il riso si può preriscaldare il forno a 190°C.

In una ciotola con una frusta sbattere le 6 uova.
Unire la ricotta salata grattugiata, il sale, il pepe e l’harissa.
Aggiungere le verdure e la pitina e mescolare con un mestolo di legno.
Infine, unire anche il riso Venere e mescolare ancora.

Versare uniformemente il composto nello stampo in silicone da ciambellone.
Cuocere in forno caldo per 35-40 minuti a 190°C.

Sformare dopo alcuni minuti.
Servire caldo o riscaldato.

Ha un sapore equilibrato e ricercato, nonostante gli ingredienti comuni.
E’ ideale anche per brunch o feste casalinghe. Altro che la solita frittata di riso. Il riso Venere sa stupire.

Ora non resta che trovare il tempo per rifare questa torta o per farla la prima volta. Dopotutto:
Ad ogni cosa il suo tempo.

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