Torte

Da La Cjasalìne alla tavola #10: cioccolata e miele

Lo ammetto. In fatto di libri ho a volte gravi e profondi pregiudizi.
Così fu con Harry Potter e con Johnny Deep. Certo, lui non Harry ma  Johnny , quello che forse a te piace non si è certo messo a scrivere un  best seller. Eppure sullo schermo c’è stato. Ha voluto interpretare qualcuno. E film tratto da libro fu.
Ed ecco me: giovane, critica, prevenuta. Vedevo solo quello (senza fare ironie eh 🙂 ). Il bello ed il buono. Anzi il belloccio ed il fondente. Come se passione e poesia fossero più mescolate per motivi commerciali che per altro. Lo pensavo, oh mamma, come lo pensavo. Diamine cosa si combina e si pensa a vent’anni.

Lo ammetto. In fatto di libri so ricredermi quando è il libro a chiamarmi.
Nel caso specifico, Chocholat l’ho iniziato a leggere ora, dopo anni di fama, e mi ha abbracciata. Senza rancore.
Ricordi. Vita di paese. Intrecci famigliari. Caste. Sì, le caste dei piccoli paesi.
Personaggi strani, presunti perdenti. Silenti battiglie, lontane dai destini del mondo.
Saper scrivere, poter raccontare, un pizzico di favola: ecco che ora non ne posso far meno.
Di quel libro son vittima.

Non strattonata in un intreccio non mio. Non banalizzata nel profumo del Chocolat e non impanata nel Qualunque. Ho dimenticato il film e mi son fatta cullare da uno stile preciso nella sua leggerezza.
Subito è esplosa la voglia di mendiants e di La Cjasalìne, come ad incrociarsi sogni.

Venne la domenica pomeriggio. Stanca e poltrona, irrequieta se abbandonata a sè.
Un guizzo di poesia. Immagina, puoi.
Mi sognavo in cucina intenta a chiacchiere con Laura de La Cjasalìne.

Accadde quel giorno con i primi bignè, forse era un venerdì prima di Pasqua. Anni ’90. Cielo grigio. Un tocco finale di freddo.
Accadde quel giorno, quando mi imbarcai nell’avventura dei krapfen. Talmente lunga che trascinaii Laura nel cucinotto di casa. Un’estate. Sole brillante quasi sudato.
Accadde molte altre volte, per un tè o una torta. Per una fugace risata o un discorso infinito.

Ma di domenica…a trenta e altri anni…e sì immaginavo, ma non accadeva.
I mendiants….banali…comuni…
Poi la pigrizia creò. Una ricetta più pigra ancora.
Eppure poi stupì.
Poco dopo anche si dileguò.
Ecco la:

Cioccolata ricca invernale

100 gr cioccolata fondente al 70% di cacao
40 gr nocciole snocciolate ma con la pelle
5 gr pinoli
1/2 cucchiaino di miele al tiglio e castagno
pepe nero macinato sul momento

Ho cominciato col tritare nel tritatutto le nocciole assieme ai pinoli. Non serve ridurli tutti in farina. Ho preferito lasciarne alcuni a pezzi.
Poi ho tagliato il cioccolato a dadini, l’ho messo in una ciotola di ceramica.
Ho sciolto nel forno a microonde il cioccolato. La durata per sciogliere il cioccolato varia molto dal cioccolato stesso.
Oramai mi regolo a vista, controllando ogni 30 secondi il livello di scioglimento.
Dopo 1-2 minuti a 600W semplicemente mescolando si riesce ad amalgamere il cioccolato.
Sciolto tutto il cioccolato, l’ho tolto dal forno.
Ho aggiunto il miele e ho mescolato ancora.
Ho macinato nel cioccolato il pepe nero e ho mescolato ancora.
Infine, ho unito le nocciole ed i pinoli. Ed indovina un po’? Ho mescolato ancora 🙂

Su una vassoio lungo e rettangolare ricoperto con carta forno, ho versato il cioccolato arricchito.
L’ho steso ben bene e più fine possibile usando una spatola di plastica.

Ho lasciato raffreddare il tutto (pulendo nel frattempo tutta l’attrezzatura utilizzata).
Dopo 10-15 minuti si ottiene quasi una sorta di tavoletta di cioccolata morbida.
L’ho spezzata in vari pezzi di varie dimensioni. E ho invoglio la Cavia ad assaggiarla. Mi è stato facile.

Si comincia da qui ...

Pronta o pronto a sincronizzare gli orologi per scoprire quanto tempo resiste questa cioccolata?

Per tutto il resto c’è…La Cjasalìne, col miele tiglio e castagno Dal Cont, le nocciole ed il pepe.
Immagina…vai…alla Cjasalìne.

O continua a seguire Da La Cjasalìne alla tavola .