Friuli, La Cjasaline, Legumi

Da La Cjasalìne alla tavola #3: la forza delle lenticchie

Se la rondine non fa primavera, le lenticchie non fanno inverno.
Per la serie Da La Cjasalìne alla tavola non perderò tempo a dirti che le lenticchie fan parte della famiglia delle Papilionacee. Non starò qui a delineare un albero genealogico che risale fino al 7000 a.C.. Voglio solo tessere le lodi del variegato mondo delle lenticchie.

In un paese della Mancia,
di cui non voglio fare il nome,
viveva or non è molto uno di quei cavalieri
che tengono la lancia nella restrelliera,
un vecchio scudo, un ossuto ronzino
e il levriero da caccia.
Tre quarti della sua rendita se ne andavano in
lenticchie il venerdì
e qualche piccioncino di rinforzo alla domenica.

Decantate anche da de Cervantes nel suo Don Chisciotte.
Rosse, verdi, bionde, marrone.
La lenticchia rossa detta anche egiziana, spesso la si trova decorticata, ossia senza “buccia”. Si cuoce così velocemente che è difficile farle mantenere il carattere sodo. Facilmente si spappola e viene per questo usata nelle zuppe. Le ho provate in zuppa con i cardi e il cavolo nero.
Le lenticchie verdi spuntano un po’ ovunque, da Puy in Alta Loira fino al Salento. Mentre le bionde sono le più grosse.
Le più comuni, forse, sono quelli marroni. Qui in Lazio rinomana è la lenticchia di Onano e quasi magica appare la lenticchia di Castelluccio di Norcia, un posto da visitare.

A parte il colore, puntando alla sostanza: le lenticchie fanno bene.
Molto bene. Io le adoro. Lessi mesi, quasi anni fa, che contenevano acido folico. I comuni mortali forse non lo conosco sebbene quest’acido combatte la loro stanchezza. Viene spesso consigliato alle donne incinta di prendere integratori come la folina. Io con la folina ci ho litigato per altre ragioni. Ogni tanto capitavano quasi a sorpresa dei giorni in cui non ce la facevo proprio ad alzarmi. I “pazienza”, “abituati” non mi bastavano. Era stanchezza totalizzante e solo a mezzogiorno riuscivo a mettere un piede per terra.
Lessi così lenticchie ed acido folico assieme e mi buttai nel variegato mondo delle insalate di  lenticchie.

E sì perchè la lenticchia non finisce solo in minestra. Avendo Castelluccio di Norcia vicino (anche se non credo che tutte le lenticchie vengano da lì) mi sono rifornita di lenticchie che non richiedevano l’ammollo. Ho imparato a lessarle in acqua non abbondante, sennò il loro potere nutritivo si affievolisce.  Dopo 20-30 minuti le scolo. Poi le raffreddo sotto l’acqua fredda e sono così diventate un regolare ingrediente dei pranzi del fine settimana.
Hanno funzionato? Sì. La stanchezza c’è ancora, meno frequente e meno forte. Però sapessi che gioia scoprire che una lenticchia può eliminare una pastiglia al giorno. I risultati sono stabili, il miglioramento ha superato la soglia dell’anno. Non credo però che il mio sia un caso accertato clinicamente :), ma tenevo ad avvicinarti al mondo infaticabile degli alimenti ricchi di acido folico. Accanto alle lenticchie trovi anche spinaci, cavolo, broccoli, piselli secchi (come quelli che appaiono nella ricetta qui sotto), asparagi, arance, fragole. Tutti ricchi di acido folico.

Per chi invece non vuole fermasi all’acido folico le lenticchie contengono per il 25% proteine, il 53%  carboidrati e per il 2%  olii vegetali. Fosforo, ferro e vitamine del gruppo B non si sprecano. Oltre che sulla mia stanchezza agiscono positivamente nel caso di arteriosclerosi, bisogno di fibre, livelli elevati del colesterolo, dato che ne sono prive. Eppure hanno proprietà antiossidanti, che aiutano a fronteggiare al meglio l’inquinamento. Hanno anche tutto il necessario per agire positivamente sul sistema nervoso e sulle capacità di memorizzazione.
Cosa ho detto? 🙂 Lenticchie!

Ora bando alle chiacchiere e passiamo alla ricetta.

Insalata di lenticchie e piselli secchi

Ingredienti ad occhio come da buona e sana ricetta casalinga per un piatto unico

4 cucchiai abbondanti di lenticchie di Castelluccio di Norcia
2 cucchiai abbondanti di  piselli secchi
4 pomodori
1 frigitello
la buccia di mezzo limone  bio
Aceto aromatizzato allo zafferano
Olio extra vergine d’oliva
Sale
Pepe nero macinato sul momento
Timo secco

Ho cotto le lenticchie (circa 4 cucchiai) per 25 minuti circa assieme a 2 cucchiai abbondanti di piselli secchi. Per i tempi di cottura regolati sul tipo di lenticchie a cui hai accesso. La ricetta qui è per lenticchie marroni o verdi. Non è valida per quelle rosse, destinate ad altri usi.
Una volta cotte le ho scolate e le ho passate sotto l’acqua corrente per raffreddarle e bloccarne la cottura.
Le ho lasciate scolare e raffreddare.
Poi ho predisposto l’insalata.
Ho tagliato a rondelle i pomodori e a dadini il friggitello.
Ho mescolato lenticchie, pomodori e friggitello. Ho grattugiato sopra la buccia del limone.
Infine, ho condito con dell’aceto aromatizzato allo zafferano ricordo della pedalata lungo il Danubio. Infatti, nella Wachau si coltivano i crocus da cui si estrae questa spezia. Tu puoi usare l’aceto di vino e aggiungere una punta di cucchiaino di zafferano, senza esagerare.
Poi olio extra vergine d’oliva, sale, pepe nero macinato sul momento e poco timo secco.

Et voilà che lenticchie si colorano di tarda estate.

Ti aspetto sempre presto per altre idee. Presso La Cjasalìne troverai sia lenticchie che piselli secchi nonchè Francesco e Laura pronti a farti entrare nel loro mondo fatto di prodotti biologici, alla spina e locali.