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Da La Cjasalìne alla tavola #1: tra barattoli e conservazione

L’amicizia è fatta di tempo. Incontri, chiacchiere, timori sussurati, silenzi, vicinanze lontane.
In queste pagine più e più volte ho scritto di un’amica di una vita. La prima a definirla così credo sia stata mia madre. Dopo averla invitata a casa nel 1986 l’ha vista crescere tra me e mia sorella. Io l’ho vista arrivare, svoltare l’angolo blu di casa e comparire. Da lì ne è passato di tempo, di pagine di vita voltate e riposte nei ricordi. Momenti spensierati e pesanti. Sempre e solo in sottofondo l’ansia di vivere ha animato incontri, telefonate, email, viaggi.

Oggi l’amica di una vita, Laura, tenta assieme a Francesco una nuova avventura. Una di quelle piena di slanci e timori. Una di quelle che forse in un clima morale ed economico come quello attuale sembra ben più di un azzardo. Eppure alla prima notizia, data quasi timidamente mesi fa, sono rimasta a bocca aperta e piena di felicità per tutto il coraggio che han covato dentro questa loro novità.

Apre  La Cjasalìne a San Daniele del Friuli in via Garibaldi 12.

Si inaugura! Venerdì 7 settembre 2012 alle ore 19.00. 
Potrete incontrare, Francesco e Laura.
Sarà l'occassione per scoprire il negozio, i suoi prodotti e chi si sta dietro.

Francesco Folla e Laura Di Bidino si dedicano alla vendita di prodotti alla spina (alimenti e detergenti), a Km zero, biologici certificati, di artigianato. L’attenzione è a ciò che offre il territorio e che ha a vedere con la casa, quella dolce e da coccolare, perché come si diceva in friulano “mior paron di une cjasute che servidor di cjastiel” (meglio padrone di una casetta, che servitore di un castello). E la casa, grande o piccina che sia, merita cure e attenzione.

Questo blog supporta La Cjasalìne sfornando ricette con prodotti  che potete trovare da Laura e Francesco. Io ci metterò quel che so e che sento.

Per iniziare Da La Cjasalìne alla tavola ho pensato al tempo.

L’amicizia si crea nel tempo, un progetto come la La Cjasalìne richiede tempo, la vita è imperneata di quel tempo che a volte fugge via.
Crescendo, direbbe mia madre (e forse anche la tua 🙂 ), si impara ad amare questo tempo anche se a volte scappa, scarseggia e lascia il segno. E il segno lo può lasciare anche banalmente sugli alimenti alla spina che si possono trovare da La Cjasalìne.

E allora come conservare gli ingredienti alla spina?
Riso, legumi, spezie, farine: una volta comprati che farne?
Ovviamente mangiarli, usarli, ma se come normalmente accade non tutto si mangia subito la migliore soluzione è passare dal sacchetto di plastica al contenitore di vetro.

Spesso in casa giungono anche altri prodotti alimentari dentro dei graziosi o banali contenitori in vetro.
Ammetto che ho una Cavia che ama il caffè liofilizzato. La lascio fare perché mi da, la Cavia, tante altre soddisfazioni. Però mi pareva uno spreco sovraumano sprecare tutto quel vetro e gettarlo nell’immondizia, anche se differenziata. Così prima lenticchie rosse, poi le germe di grano e via via lo zucchero ed il riso hanno rimpieto quei barattoli ben bene puliti e asciutti.

Da parte avevo anche tenuto l’accattivante barottolo del formadi dal cìt dove finirono i semi dell’alfa alfa. In un altro contenitore risalente alla mia visita ad una distelleria finirono i semi di girasole. Così si conservano ricordi e buoni prodotti.

Ma si sa, io donna ogni tanto non resisto ad acquistare qualcosa di nuovo. Così il grande contenitore di vetro, per i suoi 2 euro, era irresistibile. Insomma, quell’irrestibile che nasce da ricordi e sogni di una casa ordinata ed invitante. Un irrestibile per una donna sognante 🙂

Una donna sognante come quella che leggendo Delicious Days  e ammirando la cucina di un’amica non ha potuto che ordinare anche lei quegli efficienti, garbati e ottimizza spazio di contenitori per le sue “poche” spezie.

Per meglio conservare legumi ed altro, ho riposto tutti questi barattoli di variegate forme dentro le credenze, il più possibili al riparo dalla luce.
A volte però, lo ammetto, che mi stufo o mi dimentico dei quegli ultimi grammi di farro. Dopo un po’ torna la voglia, ma sorge il dubbio se siano ancora buono. Ovviamente se non passati anni mi bacchetto da sola e la decisione di buttarli è abbastanza ovvia. Altrimenti mi lascio guidare dallo sguardo.
Così è accaduto dal ritorno dalle ferie che mi son ritrovata col farro che aveva cominciato a diventeare potenziale obiettivo delle mal sopportate farfalle. Sì, quelle che si vedono girare ove c’è della farina vecchia. E’ bastato vedere il barattola per capire che era tempo di svuotarlo, pulirlo e di fare la scorta di farro.

Non si finisce mai di sbagliare, imparare e comprare farro 🙂

Tu come conservi gli ingredienti alla spina?

Prima del saluto, se vuoi delle etichette per i contenitori non ti resta che cliccare qui.

Ti aspetto presto per altre idee, intanto ho posto le basi per la serie Da La Cjasalìne alla tavola.
Passa parola e se puoi fai un salto da Francesco e Laura.