Matrimonio

Oh, ma ci sposiamo #15: meno 5

Brrr che freddo 🙂
Facendo i seri, sì, mancano 5 giorni all’essere una donna sposata:
Come ti senti?….Te ne rendi conto?…Oh, ma la mia bambina…” si parla solo di questo, a casa mia.

Non ho mai sognato di sposarmi.
Non ho forse mai creduto nell’uomo giusto.
Non mi sposo un inglese, ossia l’uomo ideale della mia adolescenza.
Non sposo un economista e quindi nessuna possibilità di trovarmi in casa un John Galbraith, altro chiodo fisso ma all’università.
Non mi sposo con pochi invitati, come timidezza vuole.
Non mi sposo con un cappello a falda larga, come sognavo.

E allora perché tutto questo subbuglio?
Non chiederlo a me. Non ho una risposta.
Ci son momenti in cui vorrei mollar tutto. L’organizzazione e la pazienza sono entrambi sfiancanti. Dettagli, accordi, esigenze da incastrare. Poi arriva chi ti dice “io non ho tempo“, ah, perché io…
E ci sono altri momenti in cui l’emozione vorrebbe esplodere, non so ancora se in un pianto o in una fragorosa risata. Finora ho tenuto duro, chissà se resisterò fino alla fine?!
Tante domande, tante certezze, la razionalità non sa a che aggrapparsi, ma anche al cuore il gioco non è reso facile.

Tante domande, tra le mie e le altrui. Meno male che gli amici si fanno sotto in questa fase. Ci sono anche dei super coraggiosi che vogliono incontrarti prima. Affrontano impavidi il rischio di un aperitivo tutto incentrato sul mio matrimonio. Meno male però che oltre ad ascoltarmi hanno qualcosa da raccontarmi anche loro. La tisana Equilibrio e la Lambic presa con loro sono state quasi catartiche.

Ad oggi ho solo due punti fermi:
1- al prossimo che mi chiede se vogliamo una lavatrice, lo avviso, non sono responsabile di come potrei reagire nel dire “NO”;
2- il momento di più bello di questi ultimi giorni, sai qual è stato? Ritrovarmi in automobile col nubendo per andare a buttare l’immondizia. Tanti regali, tanto ingombro con i pacchi, quindi via alla ricerca di un cassonetto abbastanza grande per le scatole superflue.
Sì, è stato questo momento. Noi, solo noi due, in uno spazio ristretto e famigliare assieme, a fare una cosa banale, di tutti i giorni e dove la parola “matrimonio” non ci azzeccava proprio. Al riparo da tutto.

Qui finisce questa saga. Qualche fotografia potrebbe essere resa pubblica di questo evento che mi sta assilando.
Meno 5, ragazzi !!!!