Month: Settembre 2011

Blecs ripieni d’estate

Ci sono persone che sanno colpire al cuore, vuoi per il loro sorriso, la loro personalità o per i loro gesti. Ce ne è una, nella mia vita, che mi ha conquistato subito. Quasi un amore a prima vista, poi rifocillato dalle tante cose che mi ha insegnato. Ogni volta che torno a casa dai miei genitori, in quella terra lassù a nord-est, faccio fare i salti mortali a tutti per portarmi a Cividale da Anna Maria. La potrei descrivere come la mia enciclopedia vivente. Come ho scritto e detto altre volte è veramente un pozzo di sapere e saperi in rischio di estinzione. La sua famiglia ha una vivacità incontenibile che arrichisce ancor di più i nostri incontri. Stavolta Anna Maria compare nel blog per raccontare i suoi Blecs ripieni d’estate. Ripieni? Lei è riuscita a trasformarli. Vediamoli un po’ e tu pensi ai tuoi Blecs are on the table, perchè l’ultima parola non è detta fino al 10 ottobre.

La Birra di Meni

“E’ decisamente una birra che non segue la moda” si disse durante un aperitivo a suon di Runcis (birra ambrata). ” Sì, non ha nulla delle altre, o di molte altre, birre artigianali italiane che si trovano in giro” “La Birra di Meni è come il Meni” “Decisamente, è veramente a modo suo” “E segue una sua strada noncurante della moda” “Esatto. E’ lei e basta. Gli altri facciano quello che vogliono.” “Meni mi ha conquistata, poi, quando ci ha detto che gli piace sperimentare e che farebbe una birra nuova ogni giorno” ” Veramente bella quella gita a Cavasso” Ci sono incontri che lasciano un segno, si dice. Mi sa che questo è stato uno di quelli. Sulla strada della ricerca delle birre siamo così incappati nella Birra di Meni più volte segnalateci da non culturi della bevanda. E’ stato talmente particolare che appena risaliti in auto dopo la visita dello spaccio di Birra di Meni nessuno ha resistito nel dire alla Cavia romana che “Hai conosciuto un vero friulano”. Questo perchè tre friulane ed …

Portulaca sulla mia tavola

Evvai ! Stavolta ho stupito la mamma. La mia di mamma vive quasi arrocata in provincia di Udine, ma finalmente si è decisa a scendere a Roma. Così l’ho portata in giro per i miei luoghi cult, che comprendono il mercato del sabato di Via S.Teodoro (zona Circo Massimo). Io in ogni mercato ho la mia bancarella preferita…di donne. Sì, donne. Ovviamente accetto anche i maschi su questa Terra 🙂 e a casa, ma negli ambienti ove conta l’aspetto anche sociale, do una spontanea ed immediata preferenza alle donne. E nella mia bancarellina piccina picciò, che già mi avvicinò al ravanello bianco e nero, stavolta ho trovato la portulaca. La scena è stata più o meno del tipo: “E questo cos’è?” “Portulaca” “Scusa mi puoi ripetere il nome?” E giù a scriverlo su un pezzo di carta. “Portulaca e si mettono le foglie nell’insalata”

Insalata di fagioli azuki

Fagioli rossi, nome in codice azuki. Fan parte del clan delle leguminose. Erroneamente chiamati soia, in realtà sono un tipo fagiolo a se stante. Gira la voce che sappiano tenere a bada il colesterolo cattino e cedano generosi sali minerali, nonchè che siano ricchi di proteine. Una bella lista questa di scuse per provarli. Dopo mesi che languivano sornioni nella credenza mi son decisa a farli. Li ho messi a bagno per 10 ore circa in una calda giornata di fine, ahimè, estate. Poi li ho cotti per1 ora, ben oltre quindi i 40 minuti suggeriti sulla confezione. Ma questa diluizione del fattore tempo era già stata sospettata da quanto letto nel web e dalle avvertenze di qualche video sugli azuki beams. Infine è venuto il tempo di decidere come presentarli in tavolo, mentre un commento sarcastico giungeva dal divano fronte mondiali di atletica: “Fagioli rossi????”. Dal piano di lavoro fronte è sorta l’idea di puntare sulla semplicità e di servire il tutto in formato insalata aggiugendo azuki cotti:

Bottega Friulana di Pordenone

Ci tengo a scoprire il mio Friuli. Stare a Roma grazie alle amicizie vere e alla tecnologia, nonchè alle richieste del tipo “Quanto torni a casa a farci una visita?”, non mi impedisce di riscoprire la landa da cui vengo. La vacanza estiva è stata studiata anche per girovagare famelica e curiosa per la pianura friulana. In incognito, coperta dalla timidezza e istigate dall’energica Elena, a Pordenone sono entrata nella Bottega Friulana. La Bottega Friulana l’avevo scoperta mesi prima su Facebook, poi l’avevo quasi accontonata, finchè Sara R. ha suggerito ad Elena di andare lì per della buona pitina e quindi affrontare la sfida Blecs (ndr in corso fino ad ottobre). Tornata a Roma, come ogni brava geek e carica delle sorprese scovate in bottega, ho scritto a Katia Costalonga, giovane anima della Bottega che ha risposta candidamente ad alcune domande. Ho così scoperto … Come è nata la Bottega Friulana? Ciao Rossella, allora era da tanto tempo che mi balenava l’idea di questo tipo di negozio, ma solo il 22 febbraio 2011 ho realizzato …