Austria, Viaggi, Vino

Il momento perfetto

Una storia andrebbe raccontata dall’inizio. Però le emozioni qui tendono ad aver la meglio sulla logica e forse anche sull’educazione. No, non ci riesco ad andare per ordine. La vacanza appena conclusa è vissuta di momenti, uno dietro all’altro, una più significativo dell’altro, ma questo veramente ha quel qualcosa in più. E questo momento è coinciso con l’arrivo a Maria Rain.

La non solita ridente cittadina a sud di Klagenfurt, nella Carinzia, Austria. Eravamo se non stremati quanto meno provati dalla pedalata. Tutto bene, semplice fino alla Konditorei (pasticceria) di Klagenfurt. Poi solo una decina di chilometri per arrivare alla nostra meta finale del giorno: Ferlach.

Tutto arabo per te? Immagino. Ma immaginaci in un paesaggio tra il bucolico e l’efficiente. Il sole alto nel cielo lindo. L’aria estiva e una serie di salite tra la costante fatica e lo strappo sormontabile solo con la pazienza. Ed eccola, una scritta mentre la strada sta per diventare discesa. E’ la scritta della foto.

Cosa ha di particolare? Most…ossia sidro di mele.
A noi due, pedalatori dell’estate, quella è la parola magica. Silenzio. Io azzardo un perentorio “Ci fermiavo”. Il punto tra l’esclamativo e la domanda, si fa un “Certo” sulle labbra della Cavia e “Non osavo chiederlo”.
“Io ho letto Most e …”
“E hai pensato come me”.

Bici legate, anche se forse qui non serviva. Rintracciamo la porta della Gasthof.
“Assolutamente terrazza”
“Ma c’è?”
“Sì, la vedo”

E che terrazza, vista Drava e Caravanche.  In vacanza, si fa moto con la bici, si impara, vedasi Caravanche, e si degusta 🙂 Nonchè si scopre che qui esistono delle api carniche. Ehm, qui urge un po’ di ripasso geografico.

Ordiniamo rapiti dal sole, dal verde e dalla bonaria allegria da Gasthof.
“Zwei Most”
“Gestpritz?”
“Fur mich, yes”
“Fur me, no” evvai con le lingue 🙂
“Klein?”
“Nein, Gross”

E che Gross. Mezzo litro a testa. Ma manca pochissimo al riposo, tanto vale godersi il momento.

Il sidro di mele

Detto anche Most (in tedesco), Cider (in inglese) e “shekar” (nella sua radice ebraica). C’è chi lo chiama il vino di mele, in realtà ha una personalità traversale che va dal vino alla birra. Il grado alcolico è variabile, ma tendenzialmente sotto i 7-8%. Non lo considero, invece e personalmente, un affino del succo di mele. Il sapore non lo ricorda affatto.

Può essere frizzante, così ad esempio lo abbiamo trovato in Italia. Ma in Austria, sia lungo il Danubio che la Drava, non è molto frizzante. Qui ce lo hanno servito o al naturale o gespritzato, ossia con aggiunta di acqua.

Il nostro sidro era fatto con mele del Rosental, la zona dove pedalavamo. Una vallata collegata alle Caravanche, una catena montuosa tra Austria e Slovenia, che lambisce anche il Friuli.
La zona è ricca di meli. Ma le mele per il sidro non dovrebbero essere le stesse che finiscono in tavola. Le contraddistingue un diverso grado di acidità. Nel passato veniva prodotto con le mele da sacco, di seconda scelta e locali.

Se i fenoli contenuti nel sidro di mele facciano particolarmente bene alla salute è ancora da dimostare. Noi ci siamo accontentati di gustarlo col sorriso.