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Il mistero svelato del gneurut 2.0

Non credevo di ingenerare un tal interesse attorno al gneurut.

Cos’è il gneurut? Fino ad una settimana fa non sapevo dirtelo neanch’io, poi ahimè la nonna Nicea è morta e ho dato sfogo al mio dolore lontana da casa con un post sul friulano (perchè io vengo da là) e un richiamo della memoria ad una filastrocca.

Nella filastrocca si parlava del gneurut. E da lì la sorpresa…il mondo 2.0, quello dei blog, delle community online, di Facebook, Twitter e quello reale si sono attivati per risolvere il mistero.

La sorpresa perchè nel blog e in Facebook mi hanno risposto, non solo con condoglianze, ma anche traduzioni in italiano della parola gneurut in tanti. Alcuni sospettabili, come l’amica di una vita Laura e l’amica delle risate universitarie Alessandra (per la cronache ben due Alessandre, di cui una insospettabile) …ma non solo.

Hanno risposto anche gli amici dell’insospettabile Tonino, da me visto solo una volta a casa di una super-donna e amica come Francesca. Tonino, ligure, ha attivato i suoi contatti in friulano. Scartata l’ipotesi merlo, si è verificata l’ipotesi lepre=gneurut. Tra l’altro la mia sorellina, Fiorella, ha confermato che mia nonna aveva detto essere un coniglio o lepre.

Il vitale Tonino non si è fermato lì, mi ha fornito la versione ufficiale della filastrocca fornita da una sua amica, maestra delle elementari a Udine, che però propone la traduzione capretto=gneurut.

Quest’ultima versione però ribalta l’ottimismo della precedente, ove il piccolo si mangiava tutto. Insomma, questa è una filastrocca molto amata, sentita, raccontata, ma con alcuni misteri in sè:)

Infatti:

Ator ator dal pradessut
Ator ator dal pradessut
al coreve un gneurut:
chest lu à cjapât
chest lu à spelât
chest lu à fat cuei
chest lu à mangjât
e a chest picinin
no’nd’è restât un ninin.
 

Attorno attorno al praticello (trad.)
Attorno attorno al praticello
correva un capretto:
questo lo ha preso
questo lo ha spellato
questo lo ha fatto cotto
questo lo ha mangiato 
e a questo piccolo 
no c’è ne restato neanche un po’. 

(versione questa che ritrovo pure qua)

Ma tu credi che Tonino si possa essere fermato lì. Nooooo.

Mi, anzi ci, segnala una filastrocca inglese di origine mediovale e con uguale fasciano ancestrale come il gneurut. E’ detta  “la filastrocca dei merli cotti nella torta” / “Blackbirds baked in a pie“, che figura anche in un racconto di Agatha Christie. Infatti, Miss Marple in “A pocket full of rye” si imbatte in questa filastrocca.

Di filastrocca in filastrocca, non posso che dire che gli amici sono sempre una risorsa e che un triste evento può facilmente trasformarsi in grandi scoperte e curiosità. Basta solo non lasciarsi andare. 

Nonna Nicea, lo so che dicevi di non fidarsi degli amici, ma a volte vale correre il rischio. Tutto il mondo è paese, dicevi tu, ma non esiste un solo paese e quindi un solo mondo. Ci sono tanti mondi da scoprire assieme al tuo ricordo. Ti porterò in tutti quelli che potrò.